Compagnie teatrali palombaresi

Pe chi n’ha che fa

A cura di Elena Conti.

Nel 1998 un gruppo di amici decide di fare un esperimento: portare in scena a Palombara un lavoro teatrale del grande maestro Edoardo De Filippo, adattato e tradotto anni prima da una componente del gruppo nel dialetto locale, ed è così che “Natale in casa Cupiello” diventa “Natale a casa ‘e Peppe”. Il successo e il gran divertimento procurato e autoprocurato spinge questi amici a continuare. Nel 1999 va in scena la commedia “U scallalettu”, tratta dalla farsa in tre atti “O scarfalietto” di Eduardo Scarpetta, anche questa tradotta in dialetto palombarese.
Nel frattempo lo staff tecnico si arricchisce di nuove energie e vengono perfezionati alcuni aspetti della scenografia. Il primo anno la scenografia era costituita da un grande telo dipinto che faceva da fondale e da mobili d’epoca rimediati. Quest’anno il telo che faceva da fondale viene ridipinto e funziona da sipario, mentre vengono realizzati sfondi e quinte in legno e masonite. La regia viene confermata: il regista è Angelo Ricci. Nell’anno successivo Il lavoro che va in scena è “U medico ‘e ‘lli matti”, tradotto da “Il Medico dei pazzi” di Scarpetta. Questa volta si sceglie di investire anche nei costumi, che vengono affittati presso una sartoria teatrale. Via via, negli anni successivi, andranno in scena “A nanassa”, “L’albergo del Silenzio”, “Pazzie di carnevale”, “Il Turco palommarese”, “‘A matassa ‘mbrojata”, “O sapite u fatt’e Pasquale”, sempre di Scarpetta, “Napoli milionaria” di De Filippo e “La fortuna con la F
maiuscola” di De Filippo e Curcio. Ultima commedia andata in scena, “Me sento un non so che”, tradotto da un originale commedia leggera di Feydeau, L’hôtel du libre échange. Si potrà di nuovo ricominciare? Chissà! Intanto, a Monteflavio i Doppu cena hanno seguito l’esempio.

Teatro dialettale del Centro anziani:

A cura di Mirna Pochetti.

Nel 2011 Alberto Pizzoli, membro del direttivo del centro anziani di Palombara Sabina, avvia insieme ad altri soci il teatro dialettale. La prima commedia ad andare in scena è “Lo Zio D’America”, seguita con successo da “I Guelfi e i Ghibellini”. Alberto trascrive le due commedie in dialetto palombarese e si avvale di collaboratori e attori, tra cui: Bruno Benedetti, Rita Benedetti, Angelo Blasetti, Maddalena Bombelli, Patrizia Cordovani, Giuseppina Fabiani, Aldo Imperiali, Maria Lucci, Franca Luttazi, Domenico Perna, Luigina Proietti, Rosa Restante.

Tutti nzemmora scibbè

A cura di Mirna Pochetti.

La compagnia di teatro dialettale “Tutti nzemmora scibbè” del Centro Anziani di Palombara nasce nel 2013 su iniziativa di Bruno e Rita Benedetti. All’inizio la piccola compagnia si avvale dei consigli del maestro Angelo Ricci, persona molto generosa e di grande esperienza nel campo del teatro dialettale. È infatti regista delle più grandi e consolidate compagnie “Pe chi n’ha che fa” di Palombara e “Doppu cena” di Monteflavio.

Per le prime due rappresentazioni Bruno si avvale di autori esterni: Vincenzo Palenga per “La fortuna ballerina” (2014/2015) e Domenico Petrucci per “U matarazz’ e lana” (2017/2018). Entrambe le commedie vengono interamente trascritte in palombarese da Bruno Benedetti. Molto divertenti, vengono messe in scena con notevole successo a giugno e replicate a grande richiesta a gennaio.

Con la terza rappresentazione si cambia: va in scena infatti “Barbara”, di Bruno Benedetti. In tre atti, è ispirata alla storia della nostra Palombella, Barbara Pasquarelli, con lo scultore francese Jean-Baptiste Carpeaux. Ambientata nella seconda metà del 1800, Barbara ha richiesto molto impegno poiché prevedeva ambientazioni diverse e l’utilizzo di costumi d’epoca, tra cui alcuni messi a disposizione o cuciti ex novo dalla sottoscritta.

Anche molti tecnici hanno elargito generosamente la loro esperienza alla neonata e piccola compagnia del centro anziani: Modesto Troiani, esperto del suono e degli effetti speciali; Patrizia, parrucchiera di “Immagine donna” che ha sempre dato il suo aiuto; Cesare Delmirani, il quale ha prestato la sua voce per la lettura dell’ultima lettera di Carpeaux inviata alla mamma della Palombella; l’artista Santino Romani che, oltre ad aver creato le scene, ha collaborato con Bruno alla regia. Nessuno di loro ha mai chiesto compenso in denaro.

L’età degli attori andava dal 1940 al 1954 e l’impegno è stato grande, anche per lo sforzo di ricordare a memoria le battute, ma tutti hanno dato il massimo con impegno, tenacia ed entusiasmo e sono stati premiati ogni volta dal pubblico.

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